ALLUCE VALGO: NON SOLO UN FASTIDIO ESTETICO
Numerosi sono i fattori che contribuiscono ad aumentare il rischio di questa patologia e quando i pazienti si rivolgono all’esperto le domande più frequenti sono: Esiste una familiarità? Che ruolo hanno le scarpe nel causare questa deformità? E’ colpa del tacco alto? Bisogna sempre operare? Questa deformità può ripresentarsi dopo l’intervento? Una cosa sembra essere certa: si tratta di un problema non solo estetico che richiede l’intervento di uno specialista in Chirurgia del Piede.
A cura di Irene Butta
Intervista al Dottor Stefano Santini, Dirigente di 1° livello dell’ Unità Operativa di Ortopedia e Traumatologia dell’Ospedale “S. Bortolo” di Vicenza
TUTTA COLPA DEL TACCO?
“Si è discusso molto sul potenziale ruolo della scarpa con tacco alto –spiega l’esperto – dalla biomeccanica sappiamo che quando il piede nudo è appoggiato al suolo il carico è diviso per il 55% sul tallone e per il 45% sulle dita; con un tacco di 2 cm il carico si equilibra uniformemente al 50% tra tallone e dita. Se si aumenta ulteriormente l’altezza del tacco si ha un aumento logaritmico del carico sulle dita del piede e quindi sull’alluce. Inoltre,- continua Santini - poiché la calzatura con tacco alto è quasi sempre caratterizzata da una punta stretta, l’alluce e il 5° dito vengono spinti verso il centro del piede cioè in una posizione chiamata “in valgo” per l’alluce. Si può affermare quindi che una calzatura con tacco alto e punta stretta indossata per molte ore al giorno e per anni e anni rappresenta certamente un fattore esterno di rischio nella genesi di questa deformità.
SINTOMI
Il sintomo principale dell’alluce valgo è il dolore, a volte così intenso da rendere difficile indossare la calzatura e deambulare. Il dolore può essere accompagnato da arrossamento e gonfiore a livello della tipica prominenza della testa metatarsale. Quella che viene comunemente denominata “cipolla” sull’alluce altro non è che una borsite che si forma sulla testa del 1° metatarsale. Quando la deformità aumenta di gravità, vengono coinvolte anche le dita più piccole che a loro volta si deformano a “martello” con le caratteristiche prominenze che entrano in conflitto con la calzatura.
Spesso diventa difficile calzare qualunque tipo di scarpa e talvolta l’appoggio del piede al suolo risulta alterato al punto che compaiono sintomi alle articolazioni a monte quindi alle ginocchia, alle anche e fino alla colonna vertebrale.
CAUSE E SOGGETTI A RISCHIO
L’alluce valgo è 8 volte più frequente nelle donne rispetto gli uomini e nel 75% dei casi colpisce entrambi i piedi.
Molti fattori contribuiscono a far aumentare il rischio di comparsa dell’alluce valgo (vedi riquadro). “E’ bene ricordare - sottolinea Santini - che l’alluce valgo è una deformità che nel tempo tende progressivamente ad aumentare e diventare sempre più sintomatica”.
CAUSE DELL’ALLUCE VALGO:
- familiarità: individui della stessa famiglia presentano lo stesso problema ma senza alcuna regola genetica. Non va confusa con l’ereditarietà in cui vi è una trasmissione genetica di una patologia alla prole
- deformità del retro-piede: in particolare il piede piatto in tutte le sue manifestazioni
- malattie infiammatorie: artrite reumatoide, artrite psoriasica, lupus eritematoso sistemico
- malattie neurologiche: paralisi spastiche o flaccide in cui lo squilibrio muscolare altera tutto l’assetto del piede
- malattie dei tessuti connettivi o malattie con lassità generalizzata quali la sindrome di Down
- esiti traumatici del 1° metatarsale e della 1° falange dell’alluce
- obesità, menopausa, numero elevato di gravidanze
A VOLTE LA DEFORMITA’ RITORNA
Il rischio di recidiva dell’alluce valgo dopo l’intervento dipende da 2 fattori:
1. gravità della deformità iniziale
2. procedura chirurgica.
Fino a pochi anni or sono, in presenza di un alluce con grave deviazione del dito e con rigidità articolare, vi erano maggiori probabilità che dopo l’intervento il problema si ripresentasse nuovamente (recidiva). “In passato c’era la consuetudine di utilizzare sempre la stessa tecnica per ogni tipologia di alluce valgo – spiega Santini – Questo portava a percentuali di recidiva che variavano dal 15 al 35% dei casi. Oggi, grazie ai più recenti studi di biomeccanica del piede e all’affinarsi delle tecniche chirurgiche, la percentuale di recidiva della deformità si attesta tra il 5 e 10%”.
“Per raggiungere il miglior risultato – conclude l’esperto di Vicenza – è essenziale individuare la procedura chirurgica più indicata per ogni tipologia di paziente e di alluce valgo, definita in base a parametri quali età del paziente, sesso, entità della deformità, condizioni generali, condizioni locali del piede, qualità dell’osso, richieste funzionali del paziente, presenza di deformità alle altre dita quali dito a martello, dito in griffe, lussazioni articolari, piede piatto o cavo”. In pratica per ogni paziente con il suo alluce valgo siamo in grado di fornire un programma chirurgico “personalizzato”.
Ufficio Stampa Orthopedika – Liana Zorzi 331 7552925 - lianazorzi@yahoo.it
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