Le sorprese sono sempre in agguato: vediamo come gestirle
di Massimo Santucci e Valentina CortesiLa prestazione perfetta
La vita di un atleta è segnata da preparazioni e competizioni.
L'attività sportiva regolare dovrebbe essere cadenzata da sessioni allenanti che portano, con il presupposto di raggiungere un miglioramento, alla costruzione stabile di ogni capacità. Seguendo questo concetto potremmo affermare che a livello tecnico siamo pronti.
Ogni atleta responsabile conosce bene l'imprevisto che può arrivare nel mezzo alla preparazione o presentarsi all'ultimo momento; il regalo a fronte di tutta la fatica è la realizzazione della prestazione perfetta, le variabili non calcolabili però sono infinite.
L'imprevisto
La sera prima della gara ceniamo e seguiamo tutte le regole, andiamo a letto abbastanza presto e ci ritroviamo fino a metà notte cullati da un buon sonno, poi il semplice abbaio del cane fuori in giardino ci distoglie dal riposo.
Siamo costretti ad uscire, controllare cosa sia successo, dobbiamo prendere provvedimento e questo ci sveglia, non riusciamo a riprendere sonno, guardiamo l'orologio e vediamo che sono solo le 4 del mattino...Allarme! Gli occhi e i pensieri cominciano a farsi tumultuosi: “Domani ho la gara!”.
Sappiamo bene che la corsa non sarà compromessa nella sua esecuzione, ma l'atleta dovrà fronteggiare la stanchezza non calcolata e servirà una dose di razionalità per accettarla, come il saggio che vede davanti a se il manifestarsi della negatività e trova
senza perdere la calma, il modo di superarla.
L'equilibrio è una delle qualità che fa la differenza tra un atleta e l'altro.
L'infortunio
Stiamo preparando la corsa dell'anno e siamo a meno 10 giorni, tutto è andato regolarmente, ma nell'allenamento di scarico una distorsione.
Non si può far niente dobbiamo fermarci.
La fatica e lo stop ci fanno arrabbiare e sicuramente faremo un primo tentativo di portare avanti gli allenamenti per raggiungere la meta designata.
La motivazione verso un nuovo obiettivo deve prevalere sull'amarezza dovuta alla gara alla quale dobbiamo rinunciare. Per riprendere a correre il prima possibile bisogna rispettare i tempi di guarigione: non è un bravo atleta chi vuole resistere facendo attività con un corpo contuso.
La natura
15/04/2011 gara, 15/04/2011 ciclo.
Durante il ciclo mestruale non ci sono vere e proprie controindicazioni mediche sull'effetto gara.
Tutte le donne sono a conoscenza però che ogni volta il ciclo non si manifesta con le stesse modalità, a volte i dolori sono più forti e la spossatezza si fa sentire, le gambe nel giorno della gara sembrano scariche, in effetti ci può essere un rilevante abbassamento dei valori ematici.
Anche in questo caso servono forza e determinazione che tenderanno una mano alla psiche.
Il chilometraggio inaspettato
3-2-1-Start.
Inizia questo bellissimo trail, siamo pronti, tutto è regolare, abbiamo proprio un bel passo, gli atleti sanno che la gara è 28 chilometri, gestiscono la forza in modo preciso per esprimerla in modo equilibrato fino all'ultimo metro.
Comincia a ventilare tra i podisti che la corsa è più lunga di quasi due chilometri, ed il profilo altimetrico è più severo di quanto previsto..dobbiamo intervenire, cambiare qualche cosa soprattutto se non siamo dei top run.
La mente fresca e reattiva deve risolvere.
La motivazione porta i muscoli a proiettarsi sul nuovo, in modo da offrire la prestazione perfetta, l'imprevisto rende reattiva la mente per attingere all'utilizzo di tutto il resto di noi.
Il ruolo del tecnico
L'atleta di alto livello ricerca il picco prestazionale in un paio di occasioni durante l'anno, questo è il cammino classico ed al tempo stesso quello che offre maggiori garanzie.
In teoria lo stato di forma ha una durata breve e cercarlo con largo anticipo rispetto all'evento programmato risulta una scelta non corretta.
Non è semplice scegliere gli allenamenti giusti per ottimizzare la performance.
L'esperienza, la capacità di analisi, l'attenta lettura dell'evolversi della preparazione, la miscela dei mezzi allenanti e la sensibilità del tecnico riescono in genere a far coincidere la gara con la massima condizione atletica.
Gli stati di forma
Alcun genere umano può avere una stabilità di condizioni nel tempo...Anche per il migliore atleta esiste il limite.
Ogni persona ha almeno un paio di passaggi annui che vengono definiti vuoti, questi sono periodi nei quali ci si sente spenti e niente è in grado di risollevarci.
Inutile indagare sui valori ematici o sui carichi di allenamento, sullo stress familiare o lavorativo, si tratta semplicemente di momenti no.
In quei momenti bisogna rimanere sereni, non aggiungere preoccupazione ad un corpo che ha solo bisogno di staccare un po' la spina.
E' corretto continuare i propri piani di allenamento evitando però di giudicare in modo severo le nostre prestazioni dando al cronometro un'importanza vitale.
Nonostante l'impegno e la meticolosità che un trailer mette nella preparazione bisogna non essere troppo rigidi nel giudicarsi e capire che il corpo ha stati variabili.
Un atleta ben allenato ha in genere momenti di scarsa forma di piccola durata, questo è da mettere in relazione all'impegno ed alla meticolosità che un trailer mette nella propria preparazione.
Chi è in pace con corpo e mente ha in genere rapide ripartenze e piene riacquisizioni di condizione.
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