Le ottime prestazioni sono frutto di un allenamento ben strutturato.
Per ottenere tutti i benefici dalle sedute compiute bisogna saper rifinire il carico svolto in maniera corretta.
Ragioniamo su questo aspetto.
L’ultima settimana prima di una gara importante è sempre un passaggio delicato e temuto. La paura di sciupare il lavoro fin li svolto è alta. Il corridore è particolarmente attento ad ascoltarsi, a decifrare ogni segnale contraddittorio che il fisico gli manda.
L’attenzione dell’atleta si concentra in modo crescente sull’obbiettivo e di conseguenza sul fatto che tutto stia andando per il verso giusto. Ogni piccola sensazione contraria viene ingigantita e mina le sicurezze sulla condizione raggiunta.
Questa ultima fase è delicata e il condividere l’allenamento con dei compagni, evita di tenere la mente rivolta in continuazione verso l’imminente competizione.
Un passaggio rischioso è talvolta costituito dall’effettuazione di test per verificare la condizione. Essi diventano come prove del nove e se non danno risposte positive divengono elementi destabilizzanti.
Succede spesso che si tende a forzare per avere conferme sulla crescita della condizione finendo per spremersi, quando non è il caso.
Le gare vanno fatte quando è il momento, non di certo in allenamento. È utile che soprattutto i podisti più severi nel giudicarsi, non programmino sedute che coinvolgono il cronometro in modo eccessivo. Meglio inserire training in cui i riferimenti cronometrici abbiano un valore relativo e cioè che non comportino paralleli pericolosi.
Ad esempio può accadere di fare percorsi abituali in cui si conoscono anche i tempi di passaggio e trovarsi a forzare il ritmo per cercare il record in tale circuito o un tempo interessante per avere conferme sullo stato di forma, ma finendo così per discostarsi troppo dall’allenamento in programma.
Quando l’atleta svolge un periodo con gare ravvicinate, in genere tende a viverle in modo migliore, poiché le tensioni vengono allentate. Una volta corsa la competizione si è già a ridosso della successiva, con la mente che non ha il tempo di porsi mille domande inutili.
Gareggiare poco ed effettuare lunghe preparazioni per centrare una singola gara, carica di responsabilità in eccesso con ripercussioni pericolose sul rendimento. Comunque è sempre bene dosare il tutto con giudizio e sapersi gestire con oculatezza.
di Massimo Santucci - Tratto da un articolo pubblicato su Podismo e Atletica
da www.santuccirunning.it - richiedi ulteriori informazioni