Lo sport fa bene alla salute, lo sanno tutti... ma fa bene anche al cervello? In questo articolo il Dottor Gianfranco Bertozzi spiega perche' chi corre sta meglio degli altri
E' noto fin dai tempi antichi che l'attivita' fisica fa bene al corpo ed allo spirito, concetto riassunto ottimamente nel detto: "mens sana in corpore sano".
I vantaggi dal punto di vista "fisico", cioe' a livello cardiocircolatorio, muscolare e cosi' via, sono conosciuti da tempo; le basi biologiche dei benefici "mentali" invece sono meno note, anche se negli ultimi anni son stati compiuti diversi studi sull'argomento.
Chi fa sport sente che genericamente "sta meglio": e' piu' energico e soddisfatto, dorme meglio e l'umore e' generalmente sollevato. Alcuni studi (anche recenti) sembrano addirittura associare all'attivita' fisica gli stessi benefici di una terapia antidepressiva con i farmaci tradizionali.Ma cos'e' che fa stare bene chi si allena? E quale tipo di allenamento puo' influire maggiormente su questo benessere? Le risposte alla prima domanda sono molteplici e non tutte concordanti. E' noto ad esempio che l'attivita' fisica regolare si associa a modifiche dei neurotrasmettitori cerebrali, degli ormoni circolanti, della plasticita' neuronale e del funzionamento di alcune aree cerebrali.
Chi fa attivita' fisica regolare si differenzia da chi e' sedentario per molteplici utili aspetti, e tra questi:
1) i lobi frontali sono piu' efficienti: questi distretti cerebrali sono implicati nella pianificazione delle attivita', nella capacita' di effettuare associazioni, nell'intelligenza teorica in generale;
2) il cortisolo ematico, un importante indice di stress, si abbassa;
3) la serotonina cerebrale aumenta. Si tratta di un trasmettitore che influenza molte funzioni, e tra queste il ciclo sonno-veglia e l'umore. Ad esempio, molti farmaci antidepressivi agiscono proprio su questo trasmettitore;
4) durante l'attivita' fisica lo sportivo ha una maggior liberazione di endorfine, implicate nel controllo del dolore e, secondo alcuni, con effetti positivi sull'umore durante lo sforzo;
5) aumenta anche la dopamina cerebale, che e' il neurotrasmettitore piu' diffuso nel sistema nervoso centrale. Questa sostanza influenza la motricita', il tono dell'umore, il comportamento sessuale, l'intelligenza, la capacita' di attenzione, la motivazione. E' interessante notare che nel cervello esiste un "rewarding center" (centro della gratificazione) e che qualunque sostanza o attivita' capace di stimolarlo provoca sensazioni piacevoli che ci inducono a riprovare l'esperienza appena vissuta. Questo "rewarding center" e' implicato in tutti i comportamenti di dipendenza: dalla nicotina, all'alcol, all'eroina. L'attivita' sportiva, specie se poco intensa e di intensita' medio bassa, sembra stimolare questo centro e cio' potrebbe giustificare la ben nota "dipendenza" del podista.
6) adrenalina e noradrenalina sono piu' alte nello sportivo allenato, sia durante e dopo lo sforzo, specie lattacido, che in condizioni di riposo.L'attivita' fisica costante ha quindi indubbi benefici anche sullo "spirito" dell'atleta. Se ne puo' concludere che chi fa sport con costanza, specie se di intensita' modesta e di lunga durata, non solo e' piu' sano dal punto di vista fisico, ma e' anche piu' intelligente e soddisfatto di un sedentario. Sembra la descrizione del podista: volete una scusa migliore per cominciare a correre?
dr. Gianfranco Bertozzi
da www.santuccirunning.it - richiedi ulteriori informazioni
E' noto fin dai tempi antichi che l'attivita' fisica fa bene al corpo ed allo spirito, concetto riassunto ottimamente nel detto: "mens sana in corpore sano".
I vantaggi dal punto di vista "fisico", cioe' a livello cardiocircolatorio, muscolare e cosi' via, sono conosciuti da tempo; le basi biologiche dei benefici "mentali" invece sono meno note, anche se negli ultimi anni son stati compiuti diversi studi sull'argomento.
Chi fa sport sente che genericamente "sta meglio": e' piu' energico e soddisfatto, dorme meglio e l'umore e' generalmente sollevato. Alcuni studi (anche recenti) sembrano addirittura associare all'attivita' fisica gli stessi benefici di una terapia antidepressiva con i farmaci tradizionali.Ma cos'e' che fa stare bene chi si allena? E quale tipo di allenamento puo' influire maggiormente su questo benessere? Le risposte alla prima domanda sono molteplici e non tutte concordanti. E' noto ad esempio che l'attivita' fisica regolare si associa a modifiche dei neurotrasmettitori cerebrali, degli ormoni circolanti, della plasticita' neuronale e del funzionamento di alcune aree cerebrali.
Chi fa attivita' fisica regolare si differenzia da chi e' sedentario per molteplici utili aspetti, e tra questi:
1) i lobi frontali sono piu' efficienti: questi distretti cerebrali sono implicati nella pianificazione delle attivita', nella capacita' di effettuare associazioni, nell'intelligenza teorica in generale;
2) il cortisolo ematico, un importante indice di stress, si abbassa;
3) la serotonina cerebrale aumenta. Si tratta di un trasmettitore che influenza molte funzioni, e tra queste il ciclo sonno-veglia e l'umore. Ad esempio, molti farmaci antidepressivi agiscono proprio su questo trasmettitore;
4) durante l'attivita' fisica lo sportivo ha una maggior liberazione di endorfine, implicate nel controllo del dolore e, secondo alcuni, con effetti positivi sull'umore durante lo sforzo;
5) aumenta anche la dopamina cerebale, che e' il neurotrasmettitore piu' diffuso nel sistema nervoso centrale. Questa sostanza influenza la motricita', il tono dell'umore, il comportamento sessuale, l'intelligenza, la capacita' di attenzione, la motivazione. E' interessante notare che nel cervello esiste un "rewarding center" (centro della gratificazione) e che qualunque sostanza o attivita' capace di stimolarlo provoca sensazioni piacevoli che ci inducono a riprovare l'esperienza appena vissuta. Questo "rewarding center" e' implicato in tutti i comportamenti di dipendenza: dalla nicotina, all'alcol, all'eroina. L'attivita' sportiva, specie se poco intensa e di intensita' medio bassa, sembra stimolare questo centro e cio' potrebbe giustificare la ben nota "dipendenza" del podista.
6) adrenalina e noradrenalina sono piu' alte nello sportivo allenato, sia durante e dopo lo sforzo, specie lattacido, che in condizioni di riposo.L'attivita' fisica costante ha quindi indubbi benefici anche sullo "spirito" dell'atleta. Se ne puo' concludere che chi fa sport con costanza, specie se di intensita' modesta e di lunga durata, non solo e' piu' sano dal punto di vista fisico, ma e' anche piu' intelligente e soddisfatto di un sedentario. Sembra la descrizione del podista: volete una scusa migliore per cominciare a correre?
dr. Gianfranco Bertozzi
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