Sentire quello che siamo..ascoltare il corpo..esprimere energia
di Massimo Santucci e Valentina Cortesi
Ascoltare il proprio corpo in movimento e riuscire ad esprimere la pienezza di se è un obiettivo tremendamente affascinante, ma al tempo stesso quasi irraggiungibile.
Ciò che tocchi svanisce...prendere qualcosa, conquistarlo, significa passare subito dopo ad una nuovo traguardo..questa è la vità, questo è l'allenamento..
La perfezione è di per se utopia, cercare di avvicinarsi ad essa dev'essere il nostro obiettivo.
I punti chiave
Nel gioco dell'estremizzazione dei concetti possiamo riassumere in 3 punti le variabili per ottenere una buona performance:
1. Concretizzare l'energia a disposizione
2. Abbassare i costi di corsa
3. Avere un'alta percentuale di riutilizzo del lavoro svolto
- Il primo punto si ottiene attraverso una produttiva meccanica di corsa ed un corretto allenamento delle componenti energetiche
- E' possibile incidere sul punto 2 andando ad eliminare o limitare “attriti e ruggini” durante l'azione dinamica
- Il terzo punto riguarda l'ottimizzazione degli scarti metabolici e di un recupero dell'energia “persa a terra”
La propriocettività
Con il termine propriocezione si indica la capacità del sistema nervoso centrale di percepire la posizione del corpo e delle sue parti attraverso la contrazione muscolare e il movimento nello spazio anche senza il supporto della vista.
Questo tipo di sensibilità arriva agli organi attraverso la stimolazione di alcuni recettori sensoriali(esterocettori cutanei, propriocettori...).
La propriocezione, che è “la percezione di noi” è la prima responsabile nel sistema dell'equilibrio e del movimento.
La conoscenza di come siamo fatti e di dove siamo a livello spaziale, deriva dai “recettori periferici”, mentre la nascita delle rappresentazioni mentali nasce dalle “abilità motorie” a partire dalla fase embrionale.
L'embrione è un organismo motorio, la sua “azione” precede la “sensazione” per tutte le fasi di crescita fetale e per quelle della sequenza successiva definita come prima infanzia.
In questo lasso di tempo i movimenti riflessi sono percepiti prima a livello sensoriale, successivamente a livello cerebrale.
Spesso consideriamo i movimenti del corpo e le sue funzioni motorie inferiori alle capacità intellettuali che invece sono alle origini delle stesse.
Se perdiamo il controllo del corpo gestiremo con più difficoltà pensieri ed emozioni e i collegamenti tra pensieri, parole, ed emozioni. Anche le quantità di fibre nervose sensitive presenti in un nervo sono superiori a quelle motorie.
La corteccia motoria è organizzata in modo che particolari movimenti siano indirizzati nello spazio verso un obiettivo specifico.
Il movimento eseguito “immaginando” coinvolge il sistema nervoso centrale più del gesto eseguito in modo “meccanico”.
In questo modo viene sviluppata la “propriocezione specifica di un'articolazione” ed è su questa base che si fonda il concetto di “rieducazione”.
I “ricettori sensoriali nervosi” sono formazioni che troviamo in tutto il corpo, hanno la funzione di ricevere stimoli esterni ed interni all'organismo e trasmetterli, tradotti sotto forma di impulso elettrico, per la via delle fibre nervose che si trovano in periferia verso il sistema nervoso centrale.
Questi recettori si classificano e si strutturano in modi così complicati che vengono considerati veri e propri organi di senso vedi l'occhio, l'orecchio.
I “recettori sensoriali” importanti dal punto di vista posturologico sono gli “esterocettori cutanei” e i “propriocettori”.
I “recettori sensoriali” sono sensibili a stimoli esterni come il tatto e la pressione sulla cute e sono responsabili della propriocezione. Forniscono al sistema dell'equilibrio informazioni sull'ambiente e permettono al sistema posturale di conoscere in ogni istante la posizione di ogni muscolo del nostro corpo.
I “propriocettori” sono terminazioni nervose che inviano informazioni al sistema nervoso, gli stimoli sono recepiti dai recettori posti nei muscoli, nei tendini e nelle capsule articolari. Queste terminazioni generano impulsi nervosi che trasmessi al midollo spinale possono raggiungere altre sedi del midollo o del cervello per la realizzazione di funzioni specifiche.
I “propriocettori” hanno un compito molto importante nel controllo della contrazione dei muscoli scheletrici.
I recettori interessati sono i “fusi neuromuscolari”, si trovano nel corpo muscolare, controllano il sistema di riflesso da stiramento.
Successivamente ad un improvviso stiramento del muscolo viene determinata una contrazione riflessa che si oppone subito a quella dello stiramento stesso.
Questa funzione ha lo scopo di impedire che la lunghezza del muscolo vari troppo rapidamente.
Poi ci sono gli “organi tendinei del Golgi”, che si trovano nei tendini.
Gli “organi del Golgi” controllano lo stiramento tendineo, aggiustano con estrema precisione la tensione muscolare in rapporto alle necessità della specifica funzione.
L'equilibrio è l'esempio più importante di come tutti i meccanismi propriocettivi siano coinvolti.
L'equilibrio deriva da un continuo adattamento posturale e coordinativo.
L'equilibrio ed il piede
L'equilibrio non è altro che lo spostamento ripetuto delle masse che prendono origine da continue azioni involontarie di contrazione e rilassamento della muscolatura stessa così da correggere continuamente la posizione del baricentro.
Per conoscere come funzionano i meccanismi di propriocezione è necessario essere in grado di percepire il “piede”, che è la regione del nostro corpo adibita a questa funzione.
Il piede è un complesso sistema in equilibrio con strutture ad arco, dà sensazioni estremamente importanti se si pensa che la percezione stabile di noi la sentiamo già differente se siamo con una gamba piegata o con un arto sollevato.
Si possono sentire continui cambi di pressione in diversi punti del piede anche solo tramite l'oscillazione di un arto.
Queste oscillazioni provengono dalla contrazione e dal conseguente rilassamento muscolare che muove le masse corporee così che la proiezione del baricentro del corpo sia sempre nell'ombra d'appoggio della pianta del piede.
Il controllo “propriocettivo” è fondamentale sia nelle attività di puro equilibrio (ginnasta) che in quelle di estrema precisione (tiro con la balestra).
Gli esercizi propriocettivi sono importanti nella rieducazione, nella prevenzione e nell'allenamento.
Nelle discipline nelle quali è indispensabile il “senso dell'equilibrio” o il “controllo del gesto tecnico” la sensibilità propriocettiva è una caratteristica primaria.
In atletica è fondamentale in prove quali i lanci ed i salti, ma entra in forma importante anche nelle corse.
L'allenamento di quasi tutti gli sport è dunque basato su esercizi in cui la muscolatura reagisce utilizzando tutte le aree di informazione così da creare la costante: posizione motoria-posizione posturale.
Correre: una sequenza di passi
Ogni nostra corsa è costituita da un'infinità di passi.
Facendo un calcolo approssimativo possiamo dire che in 10 km compiamo circa 7-8000 passi e per una mezza maratona circa 15000.
Pensiamo a quanto può incidere:
- una cattiva presa con il terreno
- un trasferimento sbagliato dell'appoggio a terra
- una propulsione non ottimale perchè inficiata da una instabilità del piede
Aprire una falcata di un centimetro in più, aumentare di qualche centesimo la rapidità del passo, impiegare meno forza per compiere una medesima azione sono solo alcuni punti sui quali merita riflettere.
In genere nelle piccole cose troviamo grandi risposte.
Studiare il gesto con meticolosità e di riflesso costruire un allenamento non approssimativo significa raggiungere traguardi più grandi a parità di fatica.
da www.santuccirunning.it - richiedi ulteriori informazioni
di Massimo Santucci e Valentina Cortesi
Ascoltare il proprio corpo in movimento e riuscire ad esprimere la pienezza di se è un obiettivo tremendamente affascinante, ma al tempo stesso quasi irraggiungibile.
Ciò che tocchi svanisce...prendere qualcosa, conquistarlo, significa passare subito dopo ad una nuovo traguardo..questa è la vità, questo è l'allenamento..
La perfezione è di per se utopia, cercare di avvicinarsi ad essa dev'essere il nostro obiettivo.
I punti chiave
Nel gioco dell'estremizzazione dei concetti possiamo riassumere in 3 punti le variabili per ottenere una buona performance:
1. Concretizzare l'energia a disposizione
2. Abbassare i costi di corsa
3. Avere un'alta percentuale di riutilizzo del lavoro svolto
- Il primo punto si ottiene attraverso una produttiva meccanica di corsa ed un corretto allenamento delle componenti energetiche
- E' possibile incidere sul punto 2 andando ad eliminare o limitare “attriti e ruggini” durante l'azione dinamica
- Il terzo punto riguarda l'ottimizzazione degli scarti metabolici e di un recupero dell'energia “persa a terra”
La propriocettività
Con il termine propriocezione si indica la capacità del sistema nervoso centrale di percepire la posizione del corpo e delle sue parti attraverso la contrazione muscolare e il movimento nello spazio anche senza il supporto della vista.
Questo tipo di sensibilità arriva agli organi attraverso la stimolazione di alcuni recettori sensoriali(esterocettori cutanei, propriocettori...).
La propriocezione, che è “la percezione di noi” è la prima responsabile nel sistema dell'equilibrio e del movimento.
La conoscenza di come siamo fatti e di dove siamo a livello spaziale, deriva dai “recettori periferici”, mentre la nascita delle rappresentazioni mentali nasce dalle “abilità motorie” a partire dalla fase embrionale.
L'embrione è un organismo motorio, la sua “azione” precede la “sensazione” per tutte le fasi di crescita fetale e per quelle della sequenza successiva definita come prima infanzia.
In questo lasso di tempo i movimenti riflessi sono percepiti prima a livello sensoriale, successivamente a livello cerebrale.
Spesso consideriamo i movimenti del corpo e le sue funzioni motorie inferiori alle capacità intellettuali che invece sono alle origini delle stesse.
Se perdiamo il controllo del corpo gestiremo con più difficoltà pensieri ed emozioni e i collegamenti tra pensieri, parole, ed emozioni. Anche le quantità di fibre nervose sensitive presenti in un nervo sono superiori a quelle motorie.
La corteccia motoria è organizzata in modo che particolari movimenti siano indirizzati nello spazio verso un obiettivo specifico.
Il movimento eseguito “immaginando” coinvolge il sistema nervoso centrale più del gesto eseguito in modo “meccanico”.
In questo modo viene sviluppata la “propriocezione specifica di un'articolazione” ed è su questa base che si fonda il concetto di “rieducazione”.
I “ricettori sensoriali nervosi” sono formazioni che troviamo in tutto il corpo, hanno la funzione di ricevere stimoli esterni ed interni all'organismo e trasmetterli, tradotti sotto forma di impulso elettrico, per la via delle fibre nervose che si trovano in periferia verso il sistema nervoso centrale.
Questi recettori si classificano e si strutturano in modi così complicati che vengono considerati veri e propri organi di senso vedi l'occhio, l'orecchio.
I “recettori sensoriali” importanti dal punto di vista posturologico sono gli “esterocettori cutanei” e i “propriocettori”.
I “recettori sensoriali” sono sensibili a stimoli esterni come il tatto e la pressione sulla cute e sono responsabili della propriocezione. Forniscono al sistema dell'equilibrio informazioni sull'ambiente e permettono al sistema posturale di conoscere in ogni istante la posizione di ogni muscolo del nostro corpo.
I “propriocettori” sono terminazioni nervose che inviano informazioni al sistema nervoso, gli stimoli sono recepiti dai recettori posti nei muscoli, nei tendini e nelle capsule articolari. Queste terminazioni generano impulsi nervosi che trasmessi al midollo spinale possono raggiungere altre sedi del midollo o del cervello per la realizzazione di funzioni specifiche.
I “propriocettori” hanno un compito molto importante nel controllo della contrazione dei muscoli scheletrici.
I recettori interessati sono i “fusi neuromuscolari”, si trovano nel corpo muscolare, controllano il sistema di riflesso da stiramento.
Successivamente ad un improvviso stiramento del muscolo viene determinata una contrazione riflessa che si oppone subito a quella dello stiramento stesso.
Questa funzione ha lo scopo di impedire che la lunghezza del muscolo vari troppo rapidamente.
Poi ci sono gli “organi tendinei del Golgi”, che si trovano nei tendini.
Gli “organi del Golgi” controllano lo stiramento tendineo, aggiustano con estrema precisione la tensione muscolare in rapporto alle necessità della specifica funzione.
L'equilibrio è l'esempio più importante di come tutti i meccanismi propriocettivi siano coinvolti.
L'equilibrio deriva da un continuo adattamento posturale e coordinativo.
L'equilibrio ed il piede
L'equilibrio non è altro che lo spostamento ripetuto delle masse che prendono origine da continue azioni involontarie di contrazione e rilassamento della muscolatura stessa così da correggere continuamente la posizione del baricentro.
Per conoscere come funzionano i meccanismi di propriocezione è necessario essere in grado di percepire il “piede”, che è la regione del nostro corpo adibita a questa funzione.
Il piede è un complesso sistema in equilibrio con strutture ad arco, dà sensazioni estremamente importanti se si pensa che la percezione stabile di noi la sentiamo già differente se siamo con una gamba piegata o con un arto sollevato.
Si possono sentire continui cambi di pressione in diversi punti del piede anche solo tramite l'oscillazione di un arto.
Queste oscillazioni provengono dalla contrazione e dal conseguente rilassamento muscolare che muove le masse corporee così che la proiezione del baricentro del corpo sia sempre nell'ombra d'appoggio della pianta del piede.
Il controllo “propriocettivo” è fondamentale sia nelle attività di puro equilibrio (ginnasta) che in quelle di estrema precisione (tiro con la balestra).
Gli esercizi propriocettivi sono importanti nella rieducazione, nella prevenzione e nell'allenamento.
Nelle discipline nelle quali è indispensabile il “senso dell'equilibrio” o il “controllo del gesto tecnico” la sensibilità propriocettiva è una caratteristica primaria.
In atletica è fondamentale in prove quali i lanci ed i salti, ma entra in forma importante anche nelle corse.
L'allenamento di quasi tutti gli sport è dunque basato su esercizi in cui la muscolatura reagisce utilizzando tutte le aree di informazione così da creare la costante: posizione motoria-posizione posturale.
Correre: una sequenza di passi
Ogni nostra corsa è costituita da un'infinità di passi.
Facendo un calcolo approssimativo possiamo dire che in 10 km compiamo circa 7-8000 passi e per una mezza maratona circa 15000.
Pensiamo a quanto può incidere:
- una cattiva presa con il terreno
- un trasferimento sbagliato dell'appoggio a terra
- una propulsione non ottimale perchè inficiata da una instabilità del piede
Aprire una falcata di un centimetro in più, aumentare di qualche centesimo la rapidità del passo, impiegare meno forza per compiere una medesima azione sono solo alcuni punti sui quali merita riflettere.
In genere nelle piccole cose troviamo grandi risposte.
Studiare il gesto con meticolosità e di riflesso costruire un allenamento non approssimativo significa raggiungere traguardi più grandi a parità di fatica.
da www.santuccirunning.it - richiedi ulteriori informazioni