di Massimo Santucci e Lorenzo Andreini
Come affrontare il giorno prima della gara (e non solo)
Spesso, come si dice, l’attesa del piacere è essa stessa il piacere.
Con questo spirito dovremmo approcciare alla competizione e vivere la gara come occasione per confrontarci con noi stessi, cercando di vivere lo sport a 360 gradi.
Ma può succedere anche il contrario, specialmente quando abbiamo preparato un appuntamento sportivo per mesi, con sacrificio, rinuncia, fatica e quindi aspettativa.
Si sviluppa una complessa sindrome di ansia da prestazione: andrà tutto bene? Come affronterò la partenza?
Come reagirò se succederà questo?
E così via. Ecco che pure l’attesa di un appuntamento importante può essere…ansia.
Vogliamo oggi concentrarci su un particolare momento della vita di ogni atleta, alle prime armi e non: il giorno prima della gara.
Spesso ci sono persone che il giorno prima della gara non osano nemmeno fare una semplice passeggiata per paura di stancarsi.
C’è chi si inventa nuovi pasti improbabilmente energetici e mai sperimentati.
Molti runners insomma si trovano catapultati in una situazione pre-esame, con stress, ansia e preoccupazioni, convinti che la trovata dell’ultimo minuto deciderà la sorte della gara dell’indomani.
Come si gestisce questa sensazione? Come bisogna comportarci?
La risposta è relativamente semplice: non cambiare le abitudini o quasi.
Molti runners di livello non rinunciano all’abituale mezzo bicchiere di vino rosso, nemmeno il giorno prima della gara.
Non fatelo nemmeno voi, se per voi è un’abitudine e se le quantità sono così ridotte.
Ovviamente evitate pasti pesanti la sera prima della gara per non avere un sonno disturbato, poi altre accortezze generali facilmente intuibili.
Evitate fibre e latticini per non disturbare l’intestino ed ogni alimento di cui si riconosca una personale intolleranza benchè minima.
Concedetevi, il giorno prima della gara, una passeggiata o anche una breve uscita di corsa rigenerante di 20/30′, ad andatura blanda, che sicuramente non influirà in negativo sulla prestazione.
Cogliete l’occasione, se siete in una città che non avete mai visto, per visitarla, ritirare il pettorale e, se siete abituati, concedervi un breve sonno.
La sera leggetevi un bel libro, guardate un film e poi provate a dormire. Quello che è fatto, è fatto. Gli aggiustamenti dell’ultimo minuto non servono.
Le vostre gambe sanno già il lavoro che dovranno fare il giorno successivo, anche se non glielo ricordate. Ed anche se non riuscite a dormire, non disperate, molti atleti nonostante il poco sonno il giorno dopo in gara sono comunque agguerriti ed in perfetta forma.
Come comportarci se l’ansia da prestazione è troppo logorante?
L’ansia da prestazione ha molteplici modi di manifestarsi.
In questo caso porremo l’attenzione solo sul tipo di ansia ante-prestazione, ovvero quella del giorno, o dei giorni precedenti alla competizione.
Se nonostante i tuoi sforzi per calmarti il giorno prima della gara sei sempre teso, i tuoi battiti sono accelerati, sei iperattivo e nella peggiore delle ipotesi ti propini allenamenti non consoni ad una vigilia rischiando di rovinare tutto, allora è il caso di esplorare le tecniche di rilassamento: come si allena il corpo, si allena anche la mente, allo stesso modo, ma con ingredienti differenti.
La risposta allo stress
I problemi reali sono cosa ben diversa rispetto a quelli percepiti.
Siamo continuamente in mezzo ad una proiezione di ciò che entra in noi. La nostra unicità sta nel fatto di elaborare a modo nostro.
Questo è il bello dell’individualità, ma ne può rappresentare anche la causa di mille sconfitte (spesso astratte) e frustrazioni.
Come fa notare con grande sapienza Peter Terry nel suo libro “Vincere nello sport”, la risposta allo stress può essere un elemento di grande forza oppure un fardello che inibisce.
Il fattore determinante non è tanto l’eredità dello stress quanto la risposta ad esso.
In pratica, è necessario sapere che lo stress dà luogo a due distinte risposte, separate ma strettamente correlate: una fisica e un’altra psicologica.
L’atleta forte, al di là del valore contabile, è quello che sa disporre al meglio di quanto possiede.
Anche le paure possono essere una risorsa.
Niente di ciò che si avverte è da buttare via. Tutto ci aiuta e ci fortifica. La crescita passa dalla sperimentazione e dall’analisi.
Saper fare le somme ai quesiti che la vita ci pone, significa successo nel lavoro, nello sport, ma ancor prima ci aiuta a stare bene.
Lo sport è uno spazio dove poter migliorare se stessi, nei parametri fisici e soprattutto nelle risorse mentali.
Gli obiettivi sono nostri
Ultimo aspetto che prendiamo in considerazione per avere maggior consapevolezza nel pregara è la personalizzazione dei traguardi.
Dovremmo proporci il raggiungimento di obiettivi che siano finalizzati alla nostra volontà.
Dobbiamo quindi decidere cosa voler ottenere, senza farci condizionare da obiettivi di altri atleti; questo aumenterà considerevolmente l’impegno personale verso l’obiettivo scelto.
Al tempo stesso ciò dovrebbe donarci leggerezza poiché l’obiettivo è nostro, va incontro alle nostre scelte e quindi noi soli rispondiamo del raggiungimento o del fallimento.
Tutto ciò deve soddisfare noi stessi, il mondo che ci circonda è solamente uno spettatore che può trarre considerazioni proprie, ma dovrebbero davvero essere poco influenti sul nostro appagamento.
Lo sport, la corsa, sono un momento nostro, dove rivendicare la nostra libertà di vincere o perdere, l’unica cosa davvero importante è poterlo fare liberi da ogni peso e costrizione.
da www.santuccirunning.it - richiedi ulteriori informazioni