PFP: una patologia molto comune nei maratoneti
La sindrome femoro rotulea (PFP) è definita come un dolore nella zona anteriore del ginocchio, dietro o intorno alla rotula, aggravato dalle attività di carico. Nei runner è la patologia più comune dei maratoneti, essendo una condizione che si manifesta soprattutto ad alti carichi di stress. Il PFP ha un’incidenza del 4-21% nei runner amatoriali, con una prevalenza maggiore nelle donne.
PRESENTAZIONE DEL DOLORE
Il dolore si presenta, in assenza di traumi, nella zona perirotulea del ginocchio.
Si differenzia dalla tendinopatia rotulea sia per quanto riguarda la zona del dolore (nella tendinopatia il dolore è più localizzato in un punto, mentre in questa sindrome è più diffuso), sia per la positività al dolore alle manovre di palpazione e mobilizzazione rotulea (presente nella PFP). Inoltre in fase valutativa, la sindrome femoro rotulea dà sintomatologia a 20°-60° di flessione (effettuata in controresistenza), mentre la tendinopatia è più responsiva a gradi più elevati (oltre i 100°).
Il dolore sopraggiunge solitamente dopo un certo carico di allenamento e può presentarsi via via sempre a carichi più bassi fino a essere presente in tutte le attività di carico e nell’esecuzione delle attività quotidiane come la semplice camminata.
La sindrome femoro rotulea può dare sintomi anche dopo periodi prolungati di posizione seduta mantenuta.
TRATTAMENTO
Il trattamento della PFP prevede innanzitutto la gestione dei carichi di stress sul ginocchio.
Nel trattamento a breve termine risulta efficace sia il bendaggio funzionale con taping neuromuscolare (probabile azione neuromuscolare e propiocettiva ma non di “riposizionamento” rotuleo) e talvolta anche l’uso di ortesi plantari.
Ridurre o addirittura interrompere l’attività è spesso necessario per la risoluzione del problema.
Attività di cross training come la bicicletta o il nuoto possono essere molto utili per ridurre il carico sull’articolazione.
I pazienti colpiti da PFP spesso presentano un pattern di corsa in cui si nota un’eccessiva adduzione di anca e rotazione interna di ginocchio. Un programma di esercizi di rinforzo del quadricipite, dei muscoli glutei e dei muscoli stabilizzatori dell’anca non sembra cambiare la cinematica della corsa, ma risulta altresì efficace nella gestione e risoluzione del PFP.
Anche il gait retraining è molto utile: una corsa a passi più brevi, cadenza più alta e appoggio sulla parte mediale o anteriore del piede è dimostrato essere una dinamica di corsa più efficace per diminuire lo stress sulla femoro-rotulea.
Nella ripresa graduale degli allenamenti è importante infine gestire gli stessi correndo su superfici non lineari (evitare lunghi tratti di corsa su superfici regolari) e prestare attenzione, almeno inizialmente, alle modalità più stressanti come le discese ad alta velocità.
BIBLIOGRAFIA
“La salute nella corsa”, Blaise Dubois, Frederic Berg, Mulatero Editore
Crossley KM et al. (2019). Rethinking patellofemoral pain: Prevention, management and long-term consequences. Best Practice & Research Clinical Rheumatology. J Athl Train, 2020 Nov 16;55(12):0A
“Contemporary Approach to Patellofemoral Pain in Runners” Jean-Francois Esculier, Kevin Maggs, Ellora Maggs, Blaise Dubois
Andrea Raffaelli, fisioterapista OMPT.
andrearaffa10@gmail.com
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da www.santuccirunning.it - richiedi ulteriori informazioni