COS’È?
La tendinopatia achillea è una condizione di sofferenza a carico del tendine d’Achille.
Il tendine d’Achille è il tendine più resistente del corpo umano, ma ciononostante nella corsa può spesso dare problemi sia di natura infiammatoria (tendinite) sia manifestare sviluppo di tessuto cicatriziale (tendinosi). È un infortunio molto comune nei corridori e ne colpisce tutti i tipi, con un incidenza leggermente più alta per i long runner.
PRESENTAZIONE DEL DOLORE
Il dolore achilleo si presenta molto localizzato sul corpo tendineo: il tendine risulta sensibile alla palpazione e talvolta può essere caldo e rossastro. La patologia può colpire sia la sede inserzionale vicino al calcagno sia il corpo tendineo nella zona più prossimale. A volte il dolore può originare dalla compressione della borsa situata fra l’osso calcaneare e il tendine, e non è raro osservare un esostosi calcaneare, ossia un rigonfiamento sull’osso. Il dolore è presente specialmente al mattino, assieme a un senso di rigidità della zona, aumenta nelle attività di salita e in generale quando ci si alza in punta di piedi.
La tendinopatia achillea può sia manifestarsi in maniera acuta, sia in maniera graduale. In entrambi i casi l’aumento eccessivo del carico di allenamento, o una differenziazione troppo repentina del tipo dello stesso può portare all’insorgenza del problema.
Gli esami strumentali spesso non danno risposte definitive: nonostante sia comune riscontrare anomalie nella struttura tendinea, secondo gli studi recenti alterazioni strutturali del tendine si possono rilevare anche negli atleti non sintomatici (fino al 50%).
COSA FARE?
La prima cosa da fare in sede di trattamento è naturalmente ridurre i carichi sul tendine, moderando gli allenamenti dolorosi e se necessario interrompere completamente l’attività per alcuni giorni, sostituendola con una di cross training (nuoto o ciclismo). In fase acuta e sub acuta può essere utile aumentare l’ammortizzazione e il drop della scarpa per creare una zona di scarico dal tendine e contestualmente evitare zone di attrito fra la scarpa e il corpo del tendine stesso.
L’uso di ghiaccio (aumento della rigidità del tendine) e dei FANS (ritardo nel tempo di guarigione del tessuto) sono sconsigliati.
L’aumento graduale del carico e dello stress sul tendine è fondamentale per la corretta risoluzione del problema. Allenamenti graduali, combinati a esercizi di rinforzo per i flessori plantari sono la best practices per trattare la tendinopatia achillea. Esercizi specifici per i muscoli glutei potrebbero risultare altrettanto utili, in quanto da recenti studi in molti atleti sintomatici questi sembrano avere un tempo di attivazione ridotto durante la corsa.
Alcune differenze nel trattamento si possono riscontrare a seconda se la tendinopatia colpisce la parte inserzionale o il corpo tendineo. Nel primo caso infatti sia lo stretching, sia gli esercizi di rinforzo che coinvolgono il movimento di flessione dorsale andrebbero evitati (specie nella prima fase) in quanto a causa della biomeccanica della zona andrebbero ad aumentare i carichi di compressione sui fasci profondi del tendine e ritardarne la guarigione.
BIBLIOGRAFIA
Franettovich Smith MM, Honeywill C, Wyndow N, Crossley KM, Creaby MW. Neuromotor control of gluteal muscles in runners with achilles tendinopathy. Med Sci Sports Exerc. 2014 Mar;46(3):594-9.
“La salute nella corsa”, Blaise Dubois, Frederic Berg, Mulatero Editore
Andrea Raffaelli, fisioterapista OMPT.
andrearaffa10@gmail.com
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da www.santuccirunning.it - richiedi ulteriori informazioni