A chi non è mai capitato, in una calda giornata d’estate, a fine corsa, di provare un piacevole sollievo nell’immergere il proprio corpo nelle fresche acque di un torrente o più semplicemente sotto il getto di una doccia fredda? Ebbene sì, questa pratica è considerata uno dei metodi più efficaci per favorire il recupero muscolare, in seguito ad un’intensa attività fisica. Scopriamo meglio il perché e quali siano gli altri campi di applicazione della terapia del freddo o “crioterapia”.
La crioterapia sfrutta le proprietà terapeutiche del freddo per cercare di curare condizioni mediche ed estetiche: può vantare proprietà analgesiche, curative, addirittura antidepressive, trovando impiego nei campi della fisioterapia, della chirurgia, della dermatologia e della medicina estetica.
La pratica della crioterapia può interessare diversi distretti dell’organismo (sistema nervoso e cardiocircolatorio, metabolismo corporeo, apparato muscolare…); per questo è una tecnica che presenta molte sfaccettature e che può essere utilizzata per trattare diversi tipi di disturbi o traumi.
L’utilità dei trattamenti di crioterapia per gli sportivi segue quindi esattamente lo stesso principio!
L’applicazione del ghiaccio in seguito a traumi e disturbi dell’apparato muscolo scheletrico può essere intesa come la forma più semplice di terapia del freddo. Non è un caso che appena insorta una condizione di trauma/contusione o infiammazione il primo approccio consigliato sia quello di utilizzare il ghiaccio sulla parte lesa per ridurre la sensazione di dolore e limitare l’afflusso di sangue, prevenendo la formazione di ematomi.
Per gli atleti può essere efficace sottoporsi a sedute regolari di criosauna perché la bassissima temperatura del trattamento permette di alleviare i dolori muscolari, combattere il gonfiore, svolgere un’azione rilassante sui muscoli, bloccare la produzione di acido lattico e rallentare il deterioramento dei muscoli in seguito all’attività sportiva. In particolare la criosauna permette di accelerare l’effetto “pompa” prodotto dall’alternanza tra vasocostrizione, quando espongo il corpo alle basse temperature, e vasodilatazione quando torno alla temperatura normale. Ciò contribuisce all’aumento del flusso sanguigno e quindi all’ossigenazione dei tessuti ed ovviamente dei muscoli, il tutto anche a livello della micro-circolazione, garantendo un più rapido recupero dall’affaticamento muscolare e una riduzione del dolore muscolare da insorgenza ritardata (i cosiddetti DOMS).
Due sono i principali metodi di crioterapia maggiormente utilizzati:
- Crioterapia sistemica o total body: consiste nell’immersione totale e controllata del corpo all’interno di una camera criogenica (criocamera) che può consistere in un contenitore cilindrico ripieno di vapore di azoto oppure in una semplice stanza dove non si entra mai a contatto diretto con l’azoto liquido, che è contenuto in appositi serbatoi.
Generalmente il trattamento prevede la permanenza di tutto il corpo in una camera fredda con temperature che vanno da -85°C a -100°C per un intervallo di tempo tra i 3 e i 5 minuti massimo.
- Crioterapia localizzata: più semplicemente consiste in un’applicazione diretta di ghiaccio, aria fredda secca o vapore di azoto su aree circoscritte del corpo.
Essendo un’atleta soggetto a uno stress fisico elevato, per il carico di lavoro piuttosto consistente a cui mi sottopongo settimanalmente, questa pratica, in forte espansione negli ultimi anni, (squadre professionistiche di calcio, atleti olimpionici etc.) è stabilmente entrata a far parte della mia routine settimanale di recupero.
Nell’arco della mia esperienza ho avuto modo di provare sia la criosauna con azoto liquido sia la criocamera elettrica.
In tutti e due i casi ho notato particolari benefici nel ripristinare il corpo da tutti quegli “acciacchi” o piccoli traumi che si possono accumulare in una serie ripetuta di allenamenti (ad esempio distorsioni, infiammazioni o semplice affaticamento generale). I vantaggi nell’uso della seconda tipologia di trattamento sono l’uniforme esposizione al freddo di tutto il corpo (ipotalamo compreso) e un minor rischio legato all’inalazione diretta di gas.
Personalmente reputo vantaggioso inserire queste sessioni nell’immediato seguito di una competizione sportiva o di un allenamento molto intenso per favorire un rapido recupero in un periodo in cui si concentrano più manifestazioni sportive oppure nei giorni antecedenti ad una competizione importante con l’obiettivo di rilassare e preparare il corpo ad esprimersi al massimo delle proprie potenzialità.
! In ogni caso, in presenza di patologie accertate è sempre preferibile chiedere la preventiva autorizzazione al proprio medico !
La crioterapia sfrutta le proprietà terapeutiche del freddo per cercare di curare condizioni mediche ed estetiche: può vantare proprietà analgesiche, curative, addirittura antidepressive, trovando impiego nei campi della fisioterapia, della chirurgia, della dermatologia e della medicina estetica.
La pratica della crioterapia può interessare diversi distretti dell’organismo (sistema nervoso e cardiocircolatorio, metabolismo corporeo, apparato muscolare…); per questo è una tecnica che presenta molte sfaccettature e che può essere utilizzata per trattare diversi tipi di disturbi o traumi.
L’utilità dei trattamenti di crioterapia per gli sportivi segue quindi esattamente lo stesso principio!
L’applicazione del ghiaccio in seguito a traumi e disturbi dell’apparato muscolo scheletrico può essere intesa come la forma più semplice di terapia del freddo. Non è un caso che appena insorta una condizione di trauma/contusione o infiammazione il primo approccio consigliato sia quello di utilizzare il ghiaccio sulla parte lesa per ridurre la sensazione di dolore e limitare l’afflusso di sangue, prevenendo la formazione di ematomi.
Per gli atleti può essere efficace sottoporsi a sedute regolari di criosauna perché la bassissima temperatura del trattamento permette di alleviare i dolori muscolari, combattere il gonfiore, svolgere un’azione rilassante sui muscoli, bloccare la produzione di acido lattico e rallentare il deterioramento dei muscoli in seguito all’attività sportiva. In particolare la criosauna permette di accelerare l’effetto “pompa” prodotto dall’alternanza tra vasocostrizione, quando espongo il corpo alle basse temperature, e vasodilatazione quando torno alla temperatura normale. Ciò contribuisce all’aumento del flusso sanguigno e quindi all’ossigenazione dei tessuti ed ovviamente dei muscoli, il tutto anche a livello della micro-circolazione, garantendo un più rapido recupero dall’affaticamento muscolare e una riduzione del dolore muscolare da insorgenza ritardata (i cosiddetti DOMS).
Due sono i principali metodi di crioterapia maggiormente utilizzati:
- Crioterapia sistemica o total body: consiste nell’immersione totale e controllata del corpo all’interno di una camera criogenica (criocamera) che può consistere in un contenitore cilindrico ripieno di vapore di azoto oppure in una semplice stanza dove non si entra mai a contatto diretto con l’azoto liquido, che è contenuto in appositi serbatoi.
Generalmente il trattamento prevede la permanenza di tutto il corpo in una camera fredda con temperature che vanno da -85°C a -100°C per un intervallo di tempo tra i 3 e i 5 minuti massimo.
- Crioterapia localizzata: più semplicemente consiste in un’applicazione diretta di ghiaccio, aria fredda secca o vapore di azoto su aree circoscritte del corpo.
Essendo un’atleta soggetto a uno stress fisico elevato, per il carico di lavoro piuttosto consistente a cui mi sottopongo settimanalmente, questa pratica, in forte espansione negli ultimi anni, (squadre professionistiche di calcio, atleti olimpionici etc.) è stabilmente entrata a far parte della mia routine settimanale di recupero.
Nell’arco della mia esperienza ho avuto modo di provare sia la criosauna con azoto liquido sia la criocamera elettrica.
In tutti e due i casi ho notato particolari benefici nel ripristinare il corpo da tutti quegli “acciacchi” o piccoli traumi che si possono accumulare in una serie ripetuta di allenamenti (ad esempio distorsioni, infiammazioni o semplice affaticamento generale). I vantaggi nell’uso della seconda tipologia di trattamento sono l’uniforme esposizione al freddo di tutto il corpo (ipotalamo compreso) e un minor rischio legato all’inalazione diretta di gas.
Personalmente reputo vantaggioso inserire queste sessioni nell’immediato seguito di una competizione sportiva o di un allenamento molto intenso per favorire un rapido recupero in un periodo in cui si concentrano più manifestazioni sportive oppure nei giorni antecedenti ad una competizione importante con l’obiettivo di rilassare e preparare il corpo ad esprimersi al massimo delle proprie potenzialità.
! In ogni caso, in presenza di patologie accertate è sempre preferibile chiedere la preventiva autorizzazione al proprio medico !
di Ilian Angeli
da www.santuccirunning.it - richiedi ulteriori informazioni