Una sessione di allenamento che ha l’obiettivo di incidere sul miglioramento della soglia anaerobica.
Si tratta di una porzione di corto veloce al mattino integrata da resistenza lattacida al pomeriggio.
Sono sedute che si possono anche presentare in soluzione unica.
L’atleta che prendiamo in esame ha un valore di soglia anaerobica di 3’08”.
1° all. giornaliero: corsa 20′ + 4 km a 3’10/12″ + corsa 10′
2° all. giorn.: corsa 20′ + 12×400 metri in 1’08/10″ rec 1’10” + corsa 10′
Il lavoro del mattino ricerca adattamento su una produzione che rimane in equilibrio e che richiede all’organismo un importante lavoro per la ricerca dello smaltimento rapido.
La coesistenza lattacida, non piena ma rilevante, regala preziosi adattamenti in ottica miglioramento del valore di soglia anaerobica. Non dobbiamo vedere il corto veloce come un momento di “potenza”, ma piuttosto di resistenza su intensità medio elevate.
Il lavoro della sera invece va a scandire la ritmica rapida e crea tenuta su intensità prossime al massimo consumo di ossigeno. Il recupero fra le prove, relativamente compresso, permette al muscolo di respirare giusto il tempo per garantire una nuova frazione.
Tutto è corredato da fasi di riscaldamento composte da mobilità articolare ed allunghi.
Le fasi a defaticare sono piuttosto contenute per non mitigare gli effetti indotti.
Lo sviluppo complessivo della giornata è di 22 km.
La doppia qualità giornaliera richiede molto anche sotto il profilo nervoso.
L’atleta viene in genere da un paio di giorni leggeri dal punto di vista intensivo, che tuttavia possono prevedere un buon quantitativo in chilometraggio.
Per far fruttare al meglio le sessioni dove ci si sbilancia sensibilmente oltre il limite aerobico, dobbiamo avere un muscolo pronto a ricevere determinati stimoli.
Non è tanto una questione di freschezza quanto di mappatura muscolare. Immettere stimoli su un quadro non predisposto è quanto di peggio si possa fare. Allenamenti ben strutturati possono perdere ogni efficacia se non inseriti correttamente nella sequenza allenante. Studiare al meglio la costruzione stagionale, sempre nel rispetto delle caratteristiche soggettive, è fondamentale per costruire con efficacia i propri obiettivi.
Si tratta di una porzione di corto veloce al mattino integrata da resistenza lattacida al pomeriggio.
Sono sedute che si possono anche presentare in soluzione unica.
L’atleta che prendiamo in esame ha un valore di soglia anaerobica di 3’08”.
1° all. giornaliero: corsa 20′ + 4 km a 3’10/12″ + corsa 10′
2° all. giorn.: corsa 20′ + 12×400 metri in 1’08/10″ rec 1’10” + corsa 10′
Il lavoro del mattino ricerca adattamento su una produzione che rimane in equilibrio e che richiede all’organismo un importante lavoro per la ricerca dello smaltimento rapido.
La coesistenza lattacida, non piena ma rilevante, regala preziosi adattamenti in ottica miglioramento del valore di soglia anaerobica. Non dobbiamo vedere il corto veloce come un momento di “potenza”, ma piuttosto di resistenza su intensità medio elevate.
Il lavoro della sera invece va a scandire la ritmica rapida e crea tenuta su intensità prossime al massimo consumo di ossigeno. Il recupero fra le prove, relativamente compresso, permette al muscolo di respirare giusto il tempo per garantire una nuova frazione.
Tutto è corredato da fasi di riscaldamento composte da mobilità articolare ed allunghi.
Le fasi a defaticare sono piuttosto contenute per non mitigare gli effetti indotti.
Lo sviluppo complessivo della giornata è di 22 km.
La doppia qualità giornaliera richiede molto anche sotto il profilo nervoso.
L’atleta viene in genere da un paio di giorni leggeri dal punto di vista intensivo, che tuttavia possono prevedere un buon quantitativo in chilometraggio.
Per far fruttare al meglio le sessioni dove ci si sbilancia sensibilmente oltre il limite aerobico, dobbiamo avere un muscolo pronto a ricevere determinati stimoli.
Non è tanto una questione di freschezza quanto di mappatura muscolare. Immettere stimoli su un quadro non predisposto è quanto di peggio si possa fare. Allenamenti ben strutturati possono perdere ogni efficacia se non inseriti correttamente nella sequenza allenante. Studiare al meglio la costruzione stagionale, sempre nel rispetto delle caratteristiche soggettive, è fondamentale per costruire con efficacia i propri obiettivi.