Quante volte ti sarà capitato, in pieno inverno, di sentire il bisogno di liquidi durante una fase agonistica, di incontrare un ristoro dove un solerte addetto ti offre un bicchiere al volo, e di ritrovarti con un braccio ustionato da tè con l’impegolamento che rimane fino alla doccia; oppure durante una corsa estiva afosa ingurgitare un po’ d’acqua che ti va sistematicamente di traverso, ingolfandoti.
Della serie “io faccio così” ecco alcune considerazioni personali, alcuni suggerimenti per fare in modo che non diventi un fastidio quello che dovrebbe essere un ristoro.
Parlerò solo dei liquidi, di “solidi da tavolino” durante la corsa io non ne faccio uso, ma non me li faccio mancare al ristoro finale.
Mentre nelle non competitive pure, magari interpretate come allenamento, non mi pongo il problema in quanto sono possibili delle brevi soste (ricordandomi che se fermo il crono, poi di farlo ripartire), e ad esempio d'inverno mi sbizzarrisco nell'adattarmi un bicchiere di tè bollente con dell’acqua, queste pause diventano impossibili durante una fase agonistica quando è il cronometro a farla da padrone.
Divido le gare a seconda della loro lunghezza e del periodo di svolgimento, cioè 10km (più o meno), mezze, maratone; invernali o estive.
Nelle 10km invernali non bevo mai, non ne sento il bisogno, mentre in quelle estive prendo unicamente acqua e se i ristori sono più di uno, ed il caldo è potente, me ne prendo anche 2 bicchieri alla volta, e se uno non lo bevo me lo svuoto sulla nuca ed in testa.
Nelle mezze invernali ai 10 e 15km prendo un bicchiere di te ed uno di acqua, prima di ingoiare mi bagno le labbra per tastare la temperatura del tè, se scotta cerco di mescolarli, altrimenti lo butto e bevo solo l’acqua; in quelle estive invece prendo sempre 2 bicchieri d’acqua ad ogni occasione, tanto per metà li perdo.
Nelle maratone non faccio differenza fra estate ed inverno, sistematicamente ogni 5km acchiappo la bottiglietta d’acqua ed un paio di sorsi mi sono sufficienti, il riempirmi la pancia può causare nausea e vomito. Se fa caldo il rimanente della bottiglia me lo travaso addosso. L’acqua mi ritorna utile anche per sciacquarmi la bocca se subito prima avevo assunto una bustina di maltodestrine.
Non faccio mai uso di bevande tipo Gatorade, e vedo che almeno su questo sono simile a TUTTI i Top Runner.
Ulteriore discorso è la fase di approccio ai tavoli dei ristori.
Un primo consiglio è quello di prendersi direttamente la bevanda dai tavolini, ringraziando (l’altro crede di farti un favore) ma rifiutandola a chi te la porge al volo. Così facendo la velocità te la dosi tu e vai incontro a qualcosa di stabile, mentre sono elevate le possibilità di sbagliare la presa al volo in quanto anche l’altro è in movimento.
Mentre le bottigliette sono più facili da agguantare invece i bicchieri hanno la prerogativa di essere “molli”, e di piegarsi ad una presa non ben dosata. Purtroppo le bottiglie costano di più e le troviamo solo nelle grosse organizzazioni, per cui dobbiamo adattarci.
D’estate, da lontano, tengo d’occhio i bicchieri appena riempiti, se gli organizzatori sono stati previdenti potrei avere la fortuna di ottenere dell’acqua bella fresca, che si riscalda a breve se lasciata sui tavolini.
Per chi in inverno è solito fare uso di tè è opportuno non fidarsi MAI di cosa dicono gli addetti, capita spesso che abbiamo interpretazioni differenti sulle temperature.
Una volta riuscita la fase di “aggancio” si passa a quella di ingurgitamento.
La foga agonistica è accompagnata dal fiatone alto e dal glottide perennemente aperto (magari si potesse aprirlo ancora di più), per cui è inevitabile che il primo sorso in gola prenda la strada sbagliata. E sbagliare strada fa perdere del tempo :-)
Qua bisogna avere l’accortezza, preparata in allenamento, di non deglutire subito ma di trattenere un attimo il liquido dentro la bocca, con qualche secondo di apnea, e poi mandar giù.
Se si usa il camelbag sicuramente i ritmi sono inferiori e ci sono tempo e condizioni per fare delle prove durante gli allenamenti.
Ed alla fine una raccomandazione è d’obbligo:
I vuoti cerca di gettarli nei sacchi o negli scatoloni predisposti, non lasciarli in giro;
se questi sono pochi, oppure troppo vicini ai tavoli, NON INFIERIRE SULLA NATURA,
Lei non ne ha colpa, ne della disorganizzazione, ne della tua voglia di correre.
Non arreca nessun fastidio infilarsi un bicchiere vuoto nei pantaloncini, per poi liberarsene al ristoro successivo, fa molto più male vedere delle immondizie plastiche gettate in zone incontaminate.
Della serie “io faccio così” ecco alcune considerazioni personali, alcuni suggerimenti per fare in modo che non diventi un fastidio quello che dovrebbe essere un ristoro.
Parlerò solo dei liquidi, di “solidi da tavolino” durante la corsa io non ne faccio uso, ma non me li faccio mancare al ristoro finale.
Mentre nelle non competitive pure, magari interpretate come allenamento, non mi pongo il problema in quanto sono possibili delle brevi soste (ricordandomi che se fermo il crono, poi di farlo ripartire), e ad esempio d'inverno mi sbizzarrisco nell'adattarmi un bicchiere di tè bollente con dell’acqua, queste pause diventano impossibili durante una fase agonistica quando è il cronometro a farla da padrone.
Divido le gare a seconda della loro lunghezza e del periodo di svolgimento, cioè 10km (più o meno), mezze, maratone; invernali o estive.
Nelle 10km invernali non bevo mai, non ne sento il bisogno, mentre in quelle estive prendo unicamente acqua e se i ristori sono più di uno, ed il caldo è potente, me ne prendo anche 2 bicchieri alla volta, e se uno non lo bevo me lo svuoto sulla nuca ed in testa.
Nelle mezze invernali ai 10 e 15km prendo un bicchiere di te ed uno di acqua, prima di ingoiare mi bagno le labbra per tastare la temperatura del tè, se scotta cerco di mescolarli, altrimenti lo butto e bevo solo l’acqua; in quelle estive invece prendo sempre 2 bicchieri d’acqua ad ogni occasione, tanto per metà li perdo.
Nelle maratone non faccio differenza fra estate ed inverno, sistematicamente ogni 5km acchiappo la bottiglietta d’acqua ed un paio di sorsi mi sono sufficienti, il riempirmi la pancia può causare nausea e vomito. Se fa caldo il rimanente della bottiglia me lo travaso addosso. L’acqua mi ritorna utile anche per sciacquarmi la bocca se subito prima avevo assunto una bustina di maltodestrine.
Non faccio mai uso di bevande tipo Gatorade, e vedo che almeno su questo sono simile a TUTTI i Top Runner.
Ulteriore discorso è la fase di approccio ai tavoli dei ristori.
Un primo consiglio è quello di prendersi direttamente la bevanda dai tavolini, ringraziando (l’altro crede di farti un favore) ma rifiutandola a chi te la porge al volo. Così facendo la velocità te la dosi tu e vai incontro a qualcosa di stabile, mentre sono elevate le possibilità di sbagliare la presa al volo in quanto anche l’altro è in movimento.
Mentre le bottigliette sono più facili da agguantare invece i bicchieri hanno la prerogativa di essere “molli”, e di piegarsi ad una presa non ben dosata. Purtroppo le bottiglie costano di più e le troviamo solo nelle grosse organizzazioni, per cui dobbiamo adattarci.
D’estate, da lontano, tengo d’occhio i bicchieri appena riempiti, se gli organizzatori sono stati previdenti potrei avere la fortuna di ottenere dell’acqua bella fresca, che si riscalda a breve se lasciata sui tavolini.
Per chi in inverno è solito fare uso di tè è opportuno non fidarsi MAI di cosa dicono gli addetti, capita spesso che abbiamo interpretazioni differenti sulle temperature.
Una volta riuscita la fase di “aggancio” si passa a quella di ingurgitamento.
La foga agonistica è accompagnata dal fiatone alto e dal glottide perennemente aperto (magari si potesse aprirlo ancora di più), per cui è inevitabile che il primo sorso in gola prenda la strada sbagliata. E sbagliare strada fa perdere del tempo :-)
Qua bisogna avere l’accortezza, preparata in allenamento, di non deglutire subito ma di trattenere un attimo il liquido dentro la bocca, con qualche secondo di apnea, e poi mandar giù.
Se si usa il camelbag sicuramente i ritmi sono inferiori e ci sono tempo e condizioni per fare delle prove durante gli allenamenti.
Ed alla fine una raccomandazione è d’obbligo:
I vuoti cerca di gettarli nei sacchi o negli scatoloni predisposti, non lasciarli in giro;
se questi sono pochi, oppure troppo vicini ai tavoli, NON INFIERIRE SULLA NATURA,
Lei non ne ha colpa, ne della disorganizzazione, ne della tua voglia di correre.
Non arreca nessun fastidio infilarsi un bicchiere vuoto nei pantaloncini, per poi liberarsene al ristoro successivo, fa molto più male vedere delle immondizie plastiche gettate in zone incontaminate.