Molti di coloro che si avvicinano alla corsa lo fanno con un obiettivo specifico: bruciare grassi e perdere peso, soprattutto dopo le feste e con l’avvicinarsi della bella stagione.
E in effetti correre è il modo più rapido per consumare calorie. Un’ora di corsa richiede infatti un dispendio energetico maggiore di quasi tutti gli altri sport (ci sarebbe lo sci di fondo, ma ha evidenti limiti di praticabilità, a meno che non viviate a Livigno…), non richiede particolare equipaggiamento né una preparazione tecnica specifica – per quanto non vada sottovalutata l’importanza di correre correttamente e con le scarpe adatte – e può essere praticata ovunque e in ogni periodo dell’anno.
Il consiglio più comune che viene dato a chi si approccia alla corsa con questo scopo è quello di correre il più a lungo possibile, relativamente alle possibilità e alla forma fisica, e a bassa intensità, in modo da bruciare più grassi.
Questo perché nello sforzo aerobico a bassa intensità, caratteristico della corsa lenta, l’energia che viene consumata dall’organismo verrà prevalentemente dalle riserve di grasso piuttosto che dagli zuccheri.
I grassi infatti vengono trasformati in ATP – la “benzina” dei nostri muscoli – più lentamente rispetto ai carboidrati: se lo sforzo è breve e intenso il muscolo ricorre maggiormente ai carboidrati per ottenere energia più rapidamente, viceversa in uno sforzo a bassa intensità ma prolungato la fonte “preferita” saranno i grassi.
Verrebbe allora naturale pensare che, se il nostro scopo è esclusivamente quello di bruciare grassi e perdere peso, non ci sia ragione di allenarsi per cercare di migliorare la prestazione e arrivare a correre più velocemente.
Ma è davvero così?
Non proprio. Se è vero che il nostro organismo predilige il consumo di carboidrati durante uno sforzo intenso, è anche vero che una volta tornato a riposo metterà in atto dei meccanismi compensativi per ribilanciare le riserve di glicogeno, andando a consumare parte di quei grassi che sono rimasti intatti durante l’allenamento.
Possiamo perciò mettere da parte ogni ragionamento sul metabolismo e concentrarci su un solo obiettivo: bruciare la maggior quantità possibile di calorie in modo da avere un “deficit energetico”, ovvero consumare più energia di quella che introduciamo con l’alimentazione.
In questa ottica quindi il fine della nostra attività sarà quello di compiere la maggior quantità possibile di lavoro, ovvero spostare il nostro corpo per la maggior distanza possibile.
Il tempo che impieghiamo, a parità di chilometri percorsi, non è rilevante ai fini del nostro scopo.
Perciò, se abbiamo a disposizione un’ora per allenarci e vogliamo massimizzare il risultato correndo a velocità costante, il nostro obiettivo dovrebbe essere quello di percorrere in questo lasso di tempo la maggior distanza possibile.
Ecco allora che, in una prospettiva di medio-lungo periodo, diventa importante allenarci per migliorare la nostra velocità, la nostra resistenza allo sforzo e arrivare a percorrere più chilometri a parità di tempo.
Non solo: allenamenti che prevedano accelerazioni, quindi ripetute, scatti in salita e fartlek, oltre che migliorare la nostra performance se sapientemente miscelati, comportano un maggior dispendio energetico a parità di distanza percorsa rispetto alla corsa a velocità costante, e quindi ci aiutano anche nell’immediato a perdere peso.
Inoltre una corsa ad alta intensità ci aiuterà a tonificare non solo i muscoli delle gambe ma anche la parte superiore del corpo.
Ovviamente il consiglio è sempre quello di non improvvisarsi e di rivolgersi a un esperto, sia per quanto riguarda la programmazione dell’allenamento che la nutrizione.
di Andrea Vassalda
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